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Filippo Canesi

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Sono uno scultore, provengo dall'Accademia di Belle Arti di Carrara e lavoro con la scultura dal 2003; mi capita a volte di eseguire sculture di grande dimensione per spazi pubblici. Inoltre, attualmente insegno nella scuola superiore. 

Per parlare un po' più di me, sono felice. Sono marito di Mélanie, e già da prima del matrimonio, a riempirci le vite c'erano i nostri figli Liam e Zoé. Malgrado le responsabilità, resto un passionale e sono incapace di limitarmi a seguire una sola strada. 

 

Nella mia vita mi è capitato di fare molte cose, con la cura e la dedizione di uno che ci crede fino in fondo. Sono un cavaliere, senza falsa modestia, più che discreto, anche se ora il mio Achille galoppa con il Grande Cavallo, avendo per fortuna lasciato in eredità a questa terra cinque puledri. Fra noi c'è stata una simbiosi rara fra cavallo e cavaliere, che mi ha ispirato per scrivere I discendenti degli Eterei: Achille è Argento, il cavallo do Hemon, e molti degli aneddoti raccontati nel libro sono realmente avvenuti. 

 

Disegno benino, mi piace costruire capanni di legno, mi piace tirare con l'arco, camminare nei monti per diversi giorni... anche camminare in pianura mi va bene, e se devo aspettare l'autobus, preferisco camminare. 

Mi piace spaccare la legna, tagliare gli alberi, solo quelli che vanno tirati giù, naturalmente.

Sono un musicante: so "non suonare" qualche strumento, fra cui la mia voce e ogni tanto scrivo un brano.

 

La scrittura è sempre esistita nella mia vita, anche se solo"da grande" si è definita come una passione al pari della scultura, e ha avuto bisogno di tempo per crescere. Sono un appassionato di virgole, ma il mio preferito è il punto e virgola.

Ho sempre creduto che in determinati ambiti, la collaborazione intelligente porti a risultati più maturi dell'isolamento. Insieme a mio fratello Francesco, abbiamo scommesso su questo principio, adattandolo alla scrittura e assumendoci ruoli ben definiti.

Così è nato  I discendenti degli Eterei, nostro primo traguardo nel mondo delle lettere, delle parole e dei punti e virgola.

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Francesco Canesi

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Così come una moneta ha due facce e come un uomo deve scegliere di imboccare una via invece che un’altra, mi presento: spesso opposto e quasi sempre diverso da mio fratello.

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Lavoro in cardiochirurgia e, come mio padre, ho sempre amato il mondo della medicina. Amo il mio lavoro, il che mi ha portato a viaggiare il più possibile. In Belgio, ma soprattutto in Nigeria e Zamba, ho conosciuto culture e modi di vivere differenti dal mio. Tutto questo ha influenzato i temi e il modo di affrontare determinati argomenti nella creazione delle storie che piano piano hanno preso vita tramite la penna di mio fratello.

La mia grande passione è sempre stata la lettura e, non a caso, quella di libri fantasy. Ho sempre trovato nei miei libri la possibilità di sognare, di immedesimarmi in mondi nuovi, dove le regole sono differenti e dove il mondo ha coscienze e principi sempre nuovi.

 

La possibilità di creare il mio mondo è stata la vetta più alta mai raggiunta sotto questo aspetto della mia vita, e l’averlo fatto insieme a mio fratello è qualcosa che aumenta ulteriormente la soddisfazione che provo nel creare. Nonostante le nostre molteplici differenze, la scrittura è stata la nostra meta comune, l’isola dove le conoscenze e le passioni dell’uno si sono mischiate con quelle dell’altro, creando così qualcosa in continua mutazione e crescita.

Così è nato il nostro primo romanzo: I discendenti degli eterei. L’inizio, ne sono sicuro, di questo mondo che racchiude in sé le nostre essenze e che  inizia a vivere di vita propria, senza ormai la possibilità di essere fermato.

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